L’ho visto tagliare angurie in estate, scopare la sala riunione, speakerare all’americana in campo, dare lezioni di morale durante le presentazioni delle squadre, assistere i muratori nella costruzione della nuova tribuna; al lunedì raccogliere i report dei mister che amministra in un libriccino tutto suo, scritto a mano, (PC? prossimo giro), discutere coi genitori di un ragazzo in panchina e stimolare gli staff tecnici a creare degli uomini prima che dei calciatori e probabilmente fa altre cose ancora. Sto parlando di Adriano Zuppini, professione direttore sportivo, nome d’arte Zuppa.         

Ho fatto una ricerca su questo soprannome:  noi veronesi siamo bravissimi ad affibbiarli alle  persone mescolando caratteristiche personali e storpiandone il cognome. Il suo sembra che  derivi dalla pedanteria ossessiva con la quale gestisce  le diverse situazioni, calcio compreso, “ che zuppa…” si dice ed ecco qua il soprannome che anche Adriano accetta, firmandosi, cogliendone l’aspetto più amabile.

Da diciotto anni, diciotto,  vive una non facile convivenza con Gigi Fresco, dove l’amore per lo sport è il connettivo a garanzia di lunga durata. Non facile perché all’istinto creativo del presidente si contrappone con la sagacia temprata dall’esperienza:  Adriano lo contesta e Gigi lo critica, ma alla fine prevale l’amore. E Gigi sotto sotto lo ascolta e ne raccoglie i preziosi suggerimenti, magari senza darlo a vedere.  Provate a riascoltare le parole di Gigi Fresco all’inaugurazione della nuova tribuna, ha trovato spazio per parlare di lui e della benemerenza che avrebbe raccolto a Roma il giorno dopo, occhi lucidi per l’orgoglio. Provate a leggere le parole di Adriano per Gigi sul libretto natalizio che verrà distribuito a giorni. I litigi ci stanno, ma alla fine è amore.

Da qualche mese è su Facebook dove mi pento di averlo importato e dove imperversa con congiuntivi arrischiati ma sorretti da passione genuina. Commenti che fanno sorridere e che arrivano dritti al cuore, generosi di umanità.  No, non sono un pentito, scrivi Adriano, meglio il tuo pensiero di sportivo autentico piuttosto che certe argomentazioni lassative.

Per tutti questi motivi ieri ha raccolto a Roma una benemerenza importante, trentanni anni di Direzione Sportiva dei quali 18 alla Virtus; vicino ai big della Federazione, tutti vestiti a festa, lui vestiva in maglione come si addice ad uno sportivo: qualcuno ha storto il naso nel contemplarne l’abbigliamento, Adriano non se ne è accorto, fra poco deve tagliare angurie, pardon volevo dire pandoro, è inverno.

Lui è fatto così, prendere o lasciare.

Rodolfo Giurgevich, pensiero personale, nessuno me l’ha richiesto.