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Attenzione allo stiramento. Se lo conosci, lo eviti. In inverno il rischio è maggiore.
Subdolo come un tiro cross che s’infila sull’incrocio più lontano, deprimente come un’autorete, senza preavviso come un gol di rapina, mortificante più degli insulti dalle gradinate ma non inevitabile. Stiamo parlando dello stiramento, chiamato anche distrazione muscolare.
Nella forma più leggera ti tiene lontano dal terreno di gioco per almeno quindici giorni. Ventanni fa se ne parlava poco, ma da dieci anni a questa parte è una notizia comune: lo stiramento è diventato il pericolo numero uno sia dei giocatori professionisti sia di coloro che praticano calcio dilettante e giovanile. Perché improvvisamente, il fenomeno dello stiramento è diventato così frequente? Ne parliamo con il dr. Giampaolo Cantamessa, per dodici anni medico sportivo del Chievoverona.
“ Ventanni fa il gioco del calcio non era così veloce come oggi. Vi ricordate Rivera? Pochi scatti, molta intelligenza ma il tutto a velocità ridotta. Adesso per essere competitivi bisogna poter correre i 100 metri in undici secondi, poter saltare da fermo almeno un metro e tutto questo richiede tensione muscolare portata all’estremo. Finchè il muscolo tiene tutto, ok, poi si ha la sensazione di un elastico che si rompe e sei per terra, dolorante e immobile."
Come si classifica lo stiramento, o meglio ci sono diversi livelli di trauma?
“ Attualmente possiamo parlare di contrattura, stiramento e peggio ancora di strappo. La contrattura si verifica quando il tessuto muscolare viene sollecitato oltre il suo limite di sopportazione fisiologico, inducendolo così a contrarsi involontariamente: le fibre muscolari non si rompono, ma c’è solo un’alterata capacità contrattile. In caso di stiramenti, invece, il muscolo si allunga in modo eccessivo, sempre senza lacerarsi. La rottura, più o meno estesa, delle fibre muscolari caratterizza infine lo strappo. Il confine tra stiramento e strappo è labile: l’ecografia può aiutare a dirimere i dubbi."
Cosa bisogna fare sul terreno di gioco quando capita?
“ Il giocatore deve fermarsi immediatamente, meglio non fare l’eroe e farsi portar fuori a braccia per evitare che il trauma muscolare peggiori anche con una semplice camminata; non c’è bisogno di una diagnosi medica, il giocatore ha la sensazione come di un elastico tirato all’estremo che si rompe, accompagnato da un dolore acuto. A questo punto deve fermarsi assolutamente ed attendere che la panchina vada a recuperarlo.”
La panchina cosa deve fare?
“ Nel caso di stiramenti e strappi usare il ghiaccio sul muscolo danneggiato, per bloccare flussi eccessivi di sangue dalle fibre lesionate, 3 minuti di ghiaccio, 1 minuto senza, ancora 3 minuti e così via per un’ora o due a seconda dell’entità del danno . Dopodichè stendere il giocatore sul lettino dello spogliatoio infermeria a riposo prima di accompagnarlo a casa. Una bendaggio compressivo della zona interessata aiuta il muscolo a prevenire danni maggiori. Infine prima della convalescenza e riabilitazione, l’ecografia (ed eventualmente una risonanza magnetica) serve a determinare il danno e programmare la ripresa atletica."
Come si può prevenire? La preparazione atletica dev’essere uguale per tutti?
“ Prendiamo due giocatori a caso, Pirlo della Juventus e Messi del Barcellona: avete mai visto Pirlo scattare? Oppure Messi andare al piccolo trotto come il centrocampista della Juve? E’ evidente che Messi ha la necessità di una preparazione atletica che lo metta - possibilmente - al riparo da problemi muscolari causati da attività esplosive. Quindi per la “pulga” sarà necessario un allenamento basato sugli scatti ripetuti in modo da preparare i muscoli delegati a situazioni super dinamiche. Per Pirlo la competizione si basa sull’uso del cervello e della precisione dei lanci più che sulla velocità, un po’ come Rivera tanti anni fa. E’ chiaro che la preparazione atletica di Pirlo e Messi sarà senz’altro differenziata. Sicuramente prima della partita, durante il riscaldamento, sarà opportuno sollecitare in maniera graduale, i muscoli deputati alla competizione agonistica, soprattutto d'inverno, con temperature molto basse.”
Sull’argomento strecthing come prevenzione degli stiramenti e degli strappi, approfondiremo in un prossimo servizio. Prossimamente al bando (nel calcio) quello statico attivo, farà posto a quello balistico e dinamico, fatto di slanci e molleggi più controllati.
Siamo arrivati quasi alla fine, come si cura uno stiramento o uno strappo?
“ Dopo l’ecografia, stabilito il danno muscolare, iniziano le terapie (il fisioterapista della Società Sportiva è la persona più idonea). I casi più seri richiedono tempi di recupero maggiori e sedute di fisioterapia, come tecarterapia e laserterapia. Evitare assolutamente, durante la terapia, stretching e massaggi. I tempi, per una contrattura sono sufficienti 7-10 giorni, lo stiramento richiede almeno 15 giorni mentre per lo strappo i tempi si dilatano, non meno di 30 giorni seguiti da una graduale ripresa atletica. La pazienza in questi casi è d’obbligo, pena una ricaduta con danni maggiori.”
A convalescenza e ripresa ultimata, il giocatore deve avere delle cautele alla ripresa dell’attività agonistica?
“ Se terapia, convalescenza e ripresa sono state seguite con attenzione e nei tempi giusti, l’atleta può riprendere l’attività senza preoccupazioni particolari, poiché è tornato nella condizione muscolare precedente al trauma e quindi in grado di competere secondo le proprie possibilità. E’ chiaro che l’evento può ripetersi, ma questa è una casualità che esula dal post-convalescenza.”
Una buona alimentazione, aiuta a prevenire problemi del genere? Quali consigli possiamo dare ai giovani atleti?
“ Un’alimentazione equilibrata è la cosa migliore e soprattutto durante l’inverno non va trascurata l’assunzione di vitamine, verdure e frutta. Infine, se capita un evento negativo, meglio prenderla con filosofia, con molta pazienza. Guai ad accelerare la guarigione. Conviene guardare i compagni da fuori campo: seguire le partite dalla tribuna può essere molto utile ed il muscolo guarisce meglio."
Rodolfo Giurgevich
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